domenica 30 maggio 2010

Pipistrelli dei bar (...continua e segue...)



“Re”

Il reame del reale sembra 
Sempre stupido per gli occhi
Che sono sempre persi dietro l’ombra
Dei sogni che si fanno ormai vecchi.
La tentazione è l’urlo di membra
Impacciato in casi senza sbocchi
Esaltato nei prati resto imbra
nato. Alle rondini hanno bruciato i becchi.



“Ho cambiato casa”

Perché splendono le stelle?
E perché quando siamo malinconici
Lo sguardo si piega al cielo?
Perché accade che l’uomo abbia bisogno di un’altra persona?
E perché in questo desiderio
Si annida la stanchezza come la serpe
Che promette di portarci a casa?
E cosa si può insegnare, 
se non quello che uno impara da sé?
Si può essere un serbatoio a cui si attinge? 
L’odore di muffa sui limoni
In borgo chiuso, ma com’è possibile essere così
Infelici mi domando scrivendo all’infinito, ma ecco
Davanti all’infinità della vanità del tutto le parole
Piccole frane di ghiaia che inquinano
Le chiare fresche dolci acque
Spariranno
In un nuovo anno.



“Paesi in bianco”

Ma cosa sono queste stelle matte, non c'è allegria
ma con questi pochi pezzi devi inventare tutto
la gioia, la bara, il barbiturico servito 
al bar di Barbarano, barcolla l'amico servito
nei giochi di carte in questa notte che le 
stelle, nonostante non stia trascurando 
le mie voglie, nonostante spumi la birra 
a riempire le valli, nonostante dormendo
gli amici sognano questa piazza riempita
della voglia di non dormire più: l'immersione
è nella pigrizia del lavoro, il desiderio:
salgo sul palco stanco, mimo un re longobardo
quando l'ebbrezza finalmente mi trascina: e 
il lago d'un colpo tracima. L'acqua che sale
nei cervelli, pensiamo pure ai cervi,
agli istrici simpatici, alle scarpe da tennis,
ai giri in bici, al buio dipinto di blu
pensare a me ora che tu
hai questa voglia di dormire questa voglia
che nonostante tutto nella sera della festa
non è che tolga, mia amica, 
la voglia di meravigliare le stelle che da 
millenni brillano nonostante noi 
e le esplosioni di verde sono la ricompensa
di chi stanotte perde il sonno e il tempo
uccide i ragni, patisce le zanzare e amare 
sonnolenze: i bambini non dovrebbero
mai dormire: altrimenti che scampo trovare
nella dispensa
del mio vecchio corpo a vapore? 

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"e dico che una poesia si corregge con un'altra poesia, un corollario con un codicillo):" (E.Sanguineti)

E allora, cosa aspettate? Le parole chiamano parole...