martedì 5 ottobre 2010

Pupazzi di neve

PUPAZZI DI NEVE


Di notte nel bosco c’è un uomo di neve
Ch’è triste e che piange, e un poco si squaglia
Perché finisce l’inverno di gelo, e deve
Al più presto scappare, perché ha una taglia
Sulla sua testa fredda di uomo di neve
E deve fuggire che arriva l’estate
E sbocciano le foglie e i bimbi certe sere
Mentre risuonano le fucilate
Di un sole che ride cattivo, crudele
Di un caldo assassino e una commozione
Involontaria e innaturale. Intanto le mele
Hanno già una loro idea di maturazione.

Mi sciolgo, mi squaglio, si ripete
E un pettirosso si siede sul suo naso
Che crolla. Mettetemi al fresco.
Ora è acqua nelle sorgenti cieche
S’è sciolto e sarà uno spruzzo in un vaso.
Scusate il finale così libresco.