domenica 9 maggio 2010

Gradirei spiegare...

Gradirei ricordare ai miei studenti, presenti, passati, futuri, che è giusto alzare la musica e mettersi a ballare, che non bisogna mai dare retta a chi dice "stai zitto!" a meno che questa non sia una persona a cui riusciamo a volere bene, perchè in primo luogo ce ne vuole, che l'unico modo per evitare di credere alle balle di chi apparecchia le nuove inutili guerre è quello di baciarsi, e guardare le ragazze che sorridono in quel modo così carino.
Gradirei ricordare che nessuno può impedirci di colorare. Di ballare. Di truccarci.
Gradirei ricordare loro che proprio perché possano mostrare il loro crocifisso al collo, vorrei toglierlo da un certo muro.
Vorrei raccontare loro tutte le poesie d'amore del mondo e la paura di morire, perché è di questo che è fatta la vita. Ma che è tutto quello che succede prima, che ha la massima importanza.
Vorrei ricordare loro che ognuno di noi è un mostro: e per questo unico, irripetibile, talvolta incomprensibile, magico e prezioso. Per quanto stronzo possa essere, anche. Un enigma magnifico da risolvere.
Che non bisogna smettere di domandare la felicità. Che non bisogna aver paura della risposta. Che chiedere una risposta sensata alla domanda "sono felice?" è il primo e fondamentale diritto. E che anche questo diritto ha una storia, che è in gran parte alle nostre spalle ma probabilmente in ben maggior parte davanti ai nostri occhi sbarrati ed impauriti.
Che mai siamo soli.
Che non dovrebbe esistere mai chi sta in alto e chi sta in basso.
Ed è dovere di chi sta in basso ricordarselo. E dire: adesso basta.
Che per essere al di sopra delle leggi di un dato periodo bisogna avere una grande onestà nel profondo del proprio cuore. Ma che è per questa via che le cose cambiano.
Ogni passo avanti dell'uomo è legato ad un consapevole atto di disubbidienza.
Quasi tutte le cose sono lì, solo che nessuno ha avuto il coraggio di guardarci o non ci ha ancora guardato con gli occhi bene aperti.
Gradirei ricordarei loro che sono a scuola per imparare a scrivere. E che sono fortunati per questo. Che quello che insegno, può servirgli prima di tutto per difendersi anche da me.
Che bisogna essere spensierati, senza mai essere stupidi.
E che viviamo ogni giorno per trovare qualcosa da dire.
E per regalarlo a qualcuno.

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"e dico che una poesia si corregge con un'altra poesia, un corollario con un codicillo):" (E.Sanguineti)

E allora, cosa aspettate? Le parole chiamano parole...