domenica 9 maggio 2010

Lezione #3

 Lezione n° 3

Salvatore ora vive solo: deve provare a fare la spesa, visto che il cortocircuito ha fatto fondere il frigorifero. Per sei giorni ha vissuto con i surgelati che si stavano scongelando. Dapprima ha succhiato pezzetti di minestrone congelato in busta, poi ha goduto dei gamberi sgusciati e delle cozze cilene, ma alla fine ha finito anche le cipolle. Negli ultimi giorni la sua dieta a base di cipolle crude non ha giovato al suo alito né alla sua simpatia. Ma almeno egli non se ne rende conto: finalmente si decide ad affrontare il supermarket.
Una volta in strada, si ricorda che non sa quale in quale strada deve essere. Un passante si ferma per aiutarlo.

S._ Mi scusi, persona gentile. Mi chiamo Salvatore e amo le Dolomiti.
Passante_ Salve ragazzo, mi chiamo Ferdinando e non sono cristiano.
S._ Lei sa, io devo mangiare.
F._ Ma vai a lavorare, allora! Questi stranieri che vengono qui a morire di fame; almeno ai miei tempi venivano a rubarci il lavoro e a rapirci le donne. Ma non vi vergognate?
S._ Ho i soldi. Il supermarket è in fondo a questa via?
F._ Capisco. Quanti soldi hai esattamente, sei sicuro di poterci comprare da mangiare?
S._ Ecco signore: sono abbastanza soldi?
F._ Come no! Con questi puoi comprarci un bel po’ di quei magnifici surgelati che ti durano a lungo, e hanno molte vitamine. Quando è morta mia moglie lei era morta ma il minestrone era ancora perfettamente congelato, e così sarà per sempre. Vedi cosa vuol dire il progresso? Questo è un paese civile, industrializzato. In-dus-tri-ali-zzato! Capisci, figliuolo? Fammi vedere meglio questi tuoi soldi.
S._ Prego signore, lei è così gentile, e io sto benissimo, solo che devo comprare da mangiare.
F._ Ecco, guarda. Finirai per confonderti. Quando uno ha troppa possibilità di scelta poi non sa più che cosa scegliere. Ti aiuto io: guarda, questi qui ti bastano per i surgelati. Questi li tengo io, così non avrai problemi. E poi non sai che queste periferie sono piene di assassini?
S._ Assassini? Non conosco questa parola.
F._ Caro ragazzo, sono quelle persone che uccidono per denaro. Guarda, tieniti questi e vedrai che tutto andrà benissimo. La prossima volta ti offro un caffè, ti piace il caffè? Tu hai la faccia di uno che beve soltanto tè. O magari preferiresti una birra?
S._ Grazie signore, molto gentile.
F._ E’ sempre un piacere aiutare un ragazzo come te. Qui siamo quasi tutti brava gente. E’ solo che quelli cattivi non sanno di esserlo. E ora arrivederci.
S._ Scusi, ma dove devo andare?
F._ Puoi andare dove ti pare, ci troverai sempre qualcosa da comprare.
S._ Grazie.
F._ Ci vediamo in giro, scemo.

Così disse quella persona, onesta e gentile, e si allontanò attraversando la strada, superando l’aiuola di cartacce. Il giorno sembrava richiudersi alle sue spalle. E così Salvatore si mise in cammino.

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"e dico che una poesia si corregge con un'altra poesia, un corollario con un codicillo):" (E.Sanguineti)

E allora, cosa aspettate? Le parole chiamano parole...