sabato 15 maggio 2010

Dieci anni fa, sulla tovaglia, ad un concerto...

L’UOMO DELLA BRUMA


In questa notte di mezza estate la luna muore
l’uomo che vive sulla bruma pigia l’interruttore
e si apre un precipizio di cielo fin sulla sabbia
e la notte degli amanti finisce con rabbia

e la carovana si attornia di carri ripieni
e certi eroi già sanguinano per frecce indiane
e a certe finestre giunge inatteso l’odore di fieni
e l’incenso evapora dai templi tibetani

è un rimescolarsi nell’aria di aromi e odori
è un suono nell’aria come un colore
come una sera blu appena dipinta
che ancora gronda gocce di notte

l’uomo che vive lassù porta un cappello
talvolta sporge la testa e si affaccia
stanotte improvviso gli vola un capello
e ondeggia nell’aria come un profilo, una faccia

e segue il precipizio della luna fin sulla rena
e vede una piccola perla apparire luminosa
è una donna che improvvisa balena
è una donna bella, nuda e silenziosa

il capello scivola lungo lo sguardo dell’uomo blu
la donna salta e vola e adesso nuota nel vetro
e lascia sbigottita la folla che resta laggiù
e in riflesso improvviso si volta all’indietro

lascia la folla farsi piccola sotto di lei
e nuota fino a sfiorare in questa notte che muore
l’uomo e il cappello di velluto trapuntato di stelle.
Io sogno e schiaccio l'interruttore

mentre il crepuscolo si riflette in un capello che vola.

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"e dico che una poesia si corregge con un'altra poesia, un corollario con un codicillo):" (E.Sanguineti)

E allora, cosa aspettate? Le parole chiamano parole...