lunedì 12 aprile 2010

Lezione cap. #1



Lezione n° 1




Arrivando all’aeroporto, Salvatore, non appena sbarcato, cerca di capire dove recuperare i bagagli. 
Un monitor assicura che si possono trovare al nastro 11, mentre il monitor accanto indica la possibilità che vengano recapitati al nastro 2. In entrambi i casi l’orario è di circa dieci minuti precedente all’ora attuale. Questo fatto non è immediatamente visibile dato che, dei due grandi orologi presenti nella sala, uno segna le 28:52 e l’altro è mestamente immobilizzato su 00:00.
Salvatore si reca quindi al nastro 2, ma lì ci sono soltanto bagagli che girano in tondo, senza che nessuno li attenda; una volta spostatosi al nastro 11 si avvicina ad una ragazza per chiederle se lei avesse capito dove sarebbero arrivati i bagagli. 


S._ Ciao
Ragazza_ Ciao
S._ Scusa, questo è il nastro 11?
R._ Sicuramente, ne ho contati dieci prima di questo.
S._ Grazie. Mi chiamo Salvatore, ho 30 anni e amo le Dolomiti.
R._ Piacere, mi chiamo Roberta, ho 17 anni e mi piace fare fotografie.
S._ Sei una persona molto gentile, grazie.  
R._ Io sono persa in una città in cui le persone non fanno altro che guardami il culo e nessuno mi dice mai una parola veramente gentile. E così devo camminare come un felino sulle punte dei desideri di persone che non sanno averne. E so che, come una tigre che balza tra i tetti, nessuno può raggiungermi; e so che sola come sono non posso imparare a cacciare un’autentica preda. 
S._ Scusa, puoi ripetere? Non ho capito.
R._ Non voglio essere una pubblicità ambulante.

Così disse la ragazza, giovane e carina, e si avvolse attorno al collo, sollevando in alto le braccia, il cavo delle sue cuffie: nei suoi occhi si spegneva la luce, mentre continuava a venirne fuori dalla tasca dei pantaloni attillati. 


1 commento:

  1. queste lezioni sono tutte una rivelazione di confessioni personali che la gente sola e frustrata si trova a fare ad uno sconosciuto, che è l'unico che alla fine ascolta senza capire mai una parola, am che dà soddisfazione anche solo stando a guardare senza capire

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"e dico che una poesia si corregge con un'altra poesia, un corollario con un codicillo):" (E.Sanguineti)

E allora, cosa aspettate? Le parole chiamano parole...