martedì 6 luglio 2010

Pipistrelli dei bar (...continua e segue...)

“Tornando, lento”

Si assommano, sono onde
come tali inafferrabili.
Tagliato via dai canti
nei bar oltre le vetrate delle chiese
irritazioni alla pelle sensibile
inadatti ai propri sogni.
Brigando una voglia di sottana.
Stanotte - tra quante ore
devo svegliarmi, penso con orrore -
(e intanto, pensando questo, penso altro)
ho pensato che vorrei ci fosse
qualcuno a farmi i panini
che dicesse torna sano e salvo.
E questo modifica ogni flusso di eventi
mentre piscio nel latte scaduto giù nel cesso.
Abbasso un cuore di pietra un lancio di sassi
sono chiuso tra mille botole
scatole sonore e magiche lanterne.
Ma se crescono i prati tiepidi
nei tuoi occhi colmi d'odore
cos'è questo sottile dolore
questa sorta di mal di schiena
un amico vero è disposto a perderti
a perdere. Anche a pareggiare.
Porto torri di monetine in bilico
sugli orecchi. C'è il rischio
che sugli occhi caschino
sogno ancora i pomodori delle tue guance
la tua peluria di stelle di pianura.
Ogni volta che torno ho conosciuto sirene
ma nessuno ci crede ho amato senza fiato per due minuti
esistono esigenze che posso solo assecondare
ma non dovremmo sottovalutare l'intelligenza del corpo:
quando finisce che ritorno scopro
ogni volta che il posto dove tornavi
quando sei tornato non è il posto a cui tornavi:
è un luogo diverso quello che col mio corpo ogni notte copro
mentre le note appendono colori agli stendini aperti della mia fronte.
Finzione. Maschere. Dietro le maschere, polvere eri: una monetina
sugli occhi: ci sono sempre conti da fare.
Le tende alle finestre sono fatte per non guardare fuori,
le lapidi perchè nessuno torni indietro. Giusto è
dimenticare. Giusto è dilapidare ogni ricchezza.
Trasgredire è un dire come un altro: vorrei non essere mai scaltro.

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"e dico che una poesia si corregge con un'altra poesia, un corollario con un codicillo):" (E.Sanguineti)

E allora, cosa aspettate? Le parole chiamano parole...