martedì 6 luglio 2010

Pipistrelli dei bar (...continua e segue...)

“Dopo”

Cercano i suoni di questa notte buia
mi invento i tuoi occhi di gianduia
intento nei tuoi sbocchi commerciali sull'atlantico
le rotte della gomma su ferro e del ferro su gomma
il traffico non è male come perdita di tempo
tanto per far quadrare questo bilancio di esistenza
sbrindellata: l'alienazione è lo sguardo perso di un tavolo
in cui una coppia si prepara ad esplodere lontanamente
disposta a fondersi nuovamente in un buco nero,
e le parole che uno lancia così miste a saliva
e poi quella vecchia, che si chiama Silvia, e
il gomito che sale dallo stomaco, che appetito ci vuole
per digerire questo intrico di sfruttamento, questo tremendo
odore d'appartamento chiuso, da uomo solo: questo cielo
solcato da sigari ed aereoplani, questo che ho sotto gli occhi.
Vedere scavalcando tutti i posti a sedere, cercando le note
a margine, i tatuaggi, le impressioni impazzite, le bighe
attorno agli oleandri: apparente sintassi: impossibile nominare
qualcosa. La dialettica è rappresa. Infilo le dita nel tostapane
e parlo del male di vivere, mi dò in pasto alle zanzare
e parlo di serate amare, di donne lontane, di vago
e confuso avvertire la sensibilità esacerbata dell'esistente
che grida non è niente: uccelli schiantantisi ai piloni illuminati
deviati dalle rotte, morti di botte: lupi coraggiosi che
attraversano tunnel bui, e nuotano in mari sporchi.

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"e dico che una poesia si corregge con un'altra poesia, un corollario con un codicillo):" (E.Sanguineti)

E allora, cosa aspettate? Le parole chiamano parole...